Da qualche giorno giornali e mass media riportano a grandi titoli la notizia della diffusione della febbre suina in Messico e negli Stati Uniti ma anche in altri Stati. Ciò che preoccupa è il fatto che il virus influenzale, che colpisce normalmente solo i suini, sia stato trasmesso all'uomo e che si diffonda anche da persona a persona.

Cosa è l'influenza suina

L'influenza "suina" è una malattia respiratoria acuta molto contagiosa, ma con una bassa mortalità negli animali, che ha la sua maggiore diffusione in autunno - inverno come quella umana. I sintomi sono febbre alta, torpore, perdita di appetito, difficoltà di respiro e tosse.

L'influenza suina e l'uomo

Normalmente i virus influenzali dei suini non infettano l'uomo in quanto sono specie specifici.
Sporadicamente, però, il virus può essere trasmesso direttamente dai maiali alle persone che, per la loro professione, sono a contatto diretto con esemplari infettati, come ad esempio allevatori, operai del settore, veterinari, ecc...Nell'uomo la malattia si manifesta in genere in forma lieve, con sintomi simili alla normale influenza stagionale umana (febbre, sonnolenza, perdita d'appetito, tosse, ma anche raffreddore, mal di gola, vomito, diarrea, ecc...). Raramente possono intervenire complicanze respiratorie anche importanti.
La trasmissione da persona a persona (come sta avvenendo in Messico e negli Stati Uniti) avviene nello stesso modo della normale influenza stagionale umana, cioè attraverso le goccioline emesse con sternuti e tosse o attraverso il contatto con superfici contaminate da secrezioni nasali infette.
I virus dell'influenza suina non si trasmettono con il cibo e la cottura distrugge il virus influenzale, per cui si può tranquillamente mangiare carne di maiale. Oltretutto, con un comunicato stampa il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha ricordato che l'Italia non importa suini vivi dalle aree in cui si sono manifestati i focolai.

Cosa si deve fare

Se la situazione lo rendesse necessario, l'OMS raccomanda di adottare le normali misure che servono per la prevenzione dell'influenza "classica" ossia:
 
- lavarsi frequentemente e a fondo le mani visto che l'infezione può essere contratta toccando superfici infette;
- evitare contatti con persone che potrebbero aver contratto il virus o, se ciò non è possibile, indossare una mascherina;
- non frequentare luoghi pubblici in caso di sospetta infezione.
 
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha reso inoltre disponibili alcuni consigli per chi viaggia, da e per, le aree interessate dai focolai:

CONSIGLI PER IL VIAGGIATORE DIRETTO IN AREE INTERESSATE DA FOCOLAI DI INFLUENZA SUINA.

  • Evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con suini che potrebbero essere infetti.
  • Consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura.
  • Evitare di portare le mani a contatto con occhi, naso e bocca.
  • Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool.

CONSIGLI PER IL VIAGGIATORE PROVENIENTE DA AREE INTERESSATE DAI FOCOLAI DI INFLUENZA SUINA.

  • Se si ritiene che ci sia la possibilità di essere venuti a contatto con suini o persone probabilmente infettate dall'influenza suina è bene prestare attenzione al proprio stato di salute per 7 - 10 giorni.
  • Se si dovessero manifestare sintomi simili a quelli influenzali è bene consultare un medico al più presto, segnalando la possibilità di contagio.

I farmaci

Il tradizionale vaccino antinfluenzale umano non è efficace nei confronti della variante suina del virus (A/H1N1) e l'allestimento di un vaccino specifico richiederà del tempo.
Il virus influenzale suino in circolazione è risultato tuttavia sensibile a due farmaci antivirali, oseltamivir (Tamiflu) e zanamivir (Relenza). La loro prescrizione è riservata ai medici dei centri di riferimento individuati dalle Autorità Sanitarie, dopo aver accertato che i sintomi siano riferibili proprio all'influenza suina. Non ha senso il loro utilizzo in via preventiva. Se usati in modo scorretto non solo si sprecano dosi di farmaco ma si favorisce la comparsa di virus resistenti nei confronti dei quali questi farmaci potrebbero in futuro non essere più efficaci.
In caso di necessità l'Italia è fornita di una buona scorta che consentirà di affrontare una eventuale emergenza.

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