> MAGAZINE > VACCINI COVID-19: I DUBBI PIU’ FREQUENTI
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I vaccini COVID-19 sono lo strumento più efficace di cui oggi disponiamo per affrontare e sconfiggere definitivamente la pandemia in corso. Facciamo il punto sui principali aspetti che potrebbero generare dubbi.
Il coronavirus responsabile della pandemia di COVID-19 si è impossessato da più di un anno della nostra vita e, per più di 100.000 italiani, questa espressione è solo un doloroso eufemismo. Le speranze dell’umanità intera sono riposte nell’efficacia dei vaccini COVID-19, ma ancora molte persone hanno dubbi o sono decisamente restie a sottoporsi alla vaccinazione.
Facciamo il punto su alcuni aspetti che hanno preoccupato l’opinione pubblica in questi ultimi mesi, da quando il vaccino da semplice speranza è diventato una realtà.
Come si può essere sicuri che i vaccini COVID-19 siano efficaci, vista la rapidità con cui sono stati preparati? Non si è saltato qualche passaggio nella sperimentazione?
Nessuna delle tappe con cui si valutano l’efficacia e la sicurezza di un vaccino prima della sua commercializzazione è stata sacrificata e mai prima d’ora un vaccino (o un farmaco) era giunto in commercio con una sperimentazione così ampia, che ha coinvolto ben più di 80.000 volontari! La rapidità con cui si è arrivati a disporre di ben quattro vaccini autorizzati in meno di un anno dall’inizio della pandemia è un risultato stupefacente, al quale hanno contribuito diversi fattori:
1. gli studi che molti ricercatori avevano condotto negli anni precedenti per la messa a punto di vaccini contro altre epidemie di coronavirus molto simili al COVID-19 (ad esempio SARS e MERS), unitamente a strumenti di ricerca estremamente innovativi resisi disponibili in questi ultimi anni. I risultati di questi studi si sono potuti utilizzare anche per la messa a punto di due dei nuovi vaccini COVID-19 e saranno una risorsa enorme qualora fosse necessario svilupparne di nuovi per far fronte alle cosiddette varianti.
2. le ingenti risorse umane investite nella ricerca biomedica e i decisivi sostegni economici messi a disposizione da diversi governi e da fondazioni filantropiche private. Ciò ha consentito di avviare la produzione dei vaccini prima ancora che fossero autorizzati, una procedura mai adottata in precedenza.
3. la collaborazione delle agenzie regolatorie che si sono impegnate a valutare i risultati ottenuti man mano che questi venivano prodotti senza aspettare, come solitamente avviene, che tutti gli studi fossero completati.
Come si può essere sicuri che non ci saranno effetti negativi per la salute a distanza di tempo?
Su questo punto la scienza non può dare risposte certe al 100% perché si basa sulle osservazioni e sulla raccolta continua di dati per fare previsioni e indicare le probabilità che un certo evento possa accadere. Per quanto si sa al momento, è possibile fare una valutazione di qual è il beneficio che si ottiene con la vaccinazione in rapporto ai rischi che si corrono non vaccinandosi.
I vaccini COVID-19 ora autorizzati non contengono virus (vaccino Pfizer-BioNTeche vaccino Moderna) o contengono un virus-vettore, diverso dal coronavirus, che non può riprodursi perché è stato modificato [vaccino AstraZeneca-Oxford e Janssen (Johnson & Johnson)]. I “materiali” di cui sono fatti questi vaccini sono rapidamente distrutti dalle cellule umane, per cui effetti a lungo termine sono oltremodo improbabili.
Ad oggi, dopo che già milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, non sono emerse reazioni avverse gravi frequenti. Tutti i paesi hanno sistemi di vaccino-vigilanza in grado di segnalare tempestivamente eventuali reazioni avverse. Viceversa, la probabilità di ammalarsi, e spesso di morire, per COVID-19 è ancora molto alta. Pertanto, i benefici superano di gran lunga i rischi e per questo la vaccinazione è raccomandata da tutte le autorità sanitarie mondiali.
C’è stata molta incertezza sulla possibilità di somministrare il vaccino AstraZeneca-Oxford alle persone anziane. Perché adesso si è detto che è possibile somministrare loro anche questo vaccino?
L’atteggiamento di prudenza adottato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e da quella italiana (AIFA) mal si concilia con la pressione della comunicazione anche oltre i 65 anni di età, purché non siano persone “vulnerabili” per la coesistenza di altre malattie gravi. Per questi ultimi la raccomandazione è ancora quella di preferire i vaccini a mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna).
Perché ci si dovrebbe vaccinare se poi si deve ugualmente indossare la mascherina e continuare ad osservare tutti i vincoli alla libertà individuale posti dalle autorità sanitarie?
L’efficacia dei vaccini COVID-19 disponibili ad oggi è stata valutata in base alla loro capacità di prevenire i sintomi e lo sviluppo della malattia. Essere protetti dalla malattia, tuttavia, non significa automaticamente essere protetti dall’infezione: in altre parole, se si contrae il virus non ci si ammala ma ancora non si sa se, una volta contratto virus, pur essendo protetti dalla malattia, si continua ad essere contagiosi e a trasmettere quindi il virus ad altre persone. Studiare anche questo effetto dei vaccini nel corso delle sperimentazioni che hanno portato alla loro autorizzazione avrebbe rallentato enormemente la loro immissione in commercio. È plausibile, tuttavia, che i vaccini possano conferire anche la cosiddetta “immunità sterilizzante”, cioè impedire o rallentare il diffondersi dell’infezione, ma per averne conferma occorreranno studi che abbiano questo specifico obiettivo. Inoltre, la comparsa di varianti del virus può rendere meno efficace la protezione data dal vaccino, un fenomeno ben conosciuto con la vaccinazione antiinfluenzale, ma ancora poco noto per il COVID-19. Per tutte queste ragioni, è necessario mantenere in atto le precauzioni che vengono raccomandate dagli esperti: questi sacrifici saranno, per altro, ben ripagati se nessuno dovrà più temere per sé e i propri cari di ammalarsi gravemente o di morire per COVID-19.
I siti ufficiali di importanti Autorità sanitarie, come il Ministero della Salute, AIFA e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) offrono informazioni affidabili e continuamente aggiornate che dovrebbero fugare ogni dubbio, ferme restando le incertezze che nessuno può al momento cancellare, perché la pandemia è un enorme “esperimento in corso” per tutti, compresi gli scienziati. |
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Le informazioni contenute in questa pubblicazione sono selezionate e validate da professionisti sanitari. Sono finalizzate a migliorare la conoscenza del lettore ma non devono sostituire il consiglio del proprio medico o del farmacista di fiducia.
La Redazione Scientifica di Saninforma è inserita nell'ambito del Servizio di Informazione e Documentazione Scientifica (SIDS), un centro di informazione sul farmaco, attivo fin dal 1975, a disposizione di medici, farmacisti e cittadini, che ha l'obiettivo di promuovere e diffondere un'informazione indipendente e di buona qualità sui farmaci e sulle terapie. La redazione scientifica di Saninforma, avvalendosi dell'ampia dotazione bibliografica del servizio, realizza gli articoli presenti nella Biblioteca della Salute. Gli articoli intendono fornire informazioni corrette, aggiornate e documentate in base alle evidenze attualmente disponibili. I temi trattati ricadono nell'area tradizionalmente coperta dall'intervento e dal consiglio del farmacista e sono quelli che possono interessare il maggior numero di persone. L'informazione mira a privilegiare gli aspetti preventivi e i metodi di trattamento non farmacologici e ad incentivare corrette abitudini di vita.
Dr.ssa Laura Silingardi
farmacista
Coordinamento tecnico-scientifico sito Saninforma
Dr.ssa Daniela Zanfi
farmacista
Coordinamento scientifico sito Informazioni sui farmaci
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